venerdì 25 settembre 2015

UN’ESPERIENZA DI COUNSELING DI GRUPPO, RIVOLTA A GENITORI IMMIGRATI SEPARATI


             




               “Finalmente insieme.... ma perché non ci capiamo?”


VALENTINA SPARATORE
PSICOTERAPEUTA- MEDIATRICE FAMILIARE 
DOCENTE Me.T.A. 


Nel corso dei quattro anni in cui “Il Giardino Blu” ha operato nel XIX Municipio, sono state accolte molte famiglie straniere, che hanno fruito di servizi di vario tipo quali, ad esempio, la mediazione culturale, il sostegno alla genitorialità, il counselling psicologico etc.
Ascoltando le storie di queste persone in un setting prevalentemente di counseling educativo,  gli operatori hanno potuto toccare con mano la complessità dell’esperienza migratoria, nonchè l’enorme impatto che questa ha sulla vita dei protagonisti; in particolare,  quando si tratta di bambini o adolescenti che si ritrovano a vivere, senza averla scelta, una dolorosa separazione dai propri genitori ed un successivo ed altrettanto difficile ricongiungimento. La maggior parte delle volte, i bambini non vengono preparati per tempo ma frettolosamente informati all’ultimo, mentre osservano,  senza capire, le proprie madri riempire velocemente le valige: quasi in fuga per non indugiare in un dolore troppo intenso e rischiare di mandare all’aria un progetto grazie al quale l’intera famiglia allargata vuole riscattarsi dalla povertà. Il distacco emotivo da parte di queste mamme diventa, allora, una strategia di sopravvivenza, l’unica possibile di fronte ad un simile strappo. Allontanare dalla coscienza il proprio dolore di madre, tuttavia, comporterà il pagamento di un ulteriore prezzo: l’obbligo di diventare insensibili anche al dolore dei propri figli che, disperati, legittimamente,  reclamano al proprio fianco la confortante presenza di chi li ha messi al mondo. Un profondo vissuto di tradimento incrinerà drammaticamente la fiducia di questi bambini nei confronti delle persone significative che, nel loro vissuto, hanno complottato alle loro spalle, affinché il mandato familiare si realizzasse. Dal canto loro, questi genitori sentono di compiere un sacrificio estremo, rinunciando alla vicinanza dei propri bambini, pur di garantire loro un futuro migliore. Lavorano sodo per anni, cercando di non sentire né la fatica, né la nostalgia fino a quando, accumulato finalmente il denaro sufficiente, attueranno il tanto atteso ricongiungimento.
Spesso, purtroppo, questo momento tanto atteso diviene l’inizio di un nuovo travaglio: quel bambino lasciato al paese di origine,  che implorava la presenza della madre, trasognata per anni, non esiste più: al suo posto c’è un preadolescente indurito anch’egli da un dolore troppo grande, un ragazzo che, suo malgrado, ha dovuto imparare a fare a meno e che ora difficilmente è disponibile ad aprire il suo cuore con fiducia.
Paradossalmente, dal dramma della separazione si perviene così al dramma del ritrovarsi: ecco che, invece di ricevere dai propri figli teneri abbracci e commossi ringraziamenti per il sacrificio compiuto, questi genitori già tanto provati dalle fatiche quotidiane, si trovano a fare i conti con un’inattesa sfida, quella di farsi perdonare dal “peccato originale” dell’abbandono. Infatti i figli, lungi dal manifestare con gioia un affettuoso attaccamento, attivano inconsapevolmente  agiti provocatori, allo scopo di testare la tenuta di una relazione apparsa ai loro occhi inaffidabile e rischiosa. Così, i “ritrovati” genitori, privi degli strumenti necessari per comprendere il senso di tali agiti, non concedono ai figli il privilegio di provare rabbia e dolore, così come loro non si concessero, al momento della partenza.
Questa è la narrazione della premessa di un nuovo capitolo del dramma: una reazione genitoriale centrata sulla percezione distorta della ingratitudine e del tradimento e sull’ulteriore  distanziamento che alimenta un doloroso circolo vizioso, che non lascia spazio ad un’autentica comunicazione emotiva.
Per questi motivi, al “Giardino Blu” sono giunte mamme deluse ed arrabbiate con i propri figli  ritenuti freddi, distaccati,  ingrati. In alcuni casi, i comportamenti di sfida dei figli sono stati gestiti attraverso la minaccia di ulteriori separazioni.
Dopo aver ascoltato con partecipazione molte di queste storie, gli operatori del Giardino Blu hanno ritenuto utile offrire a questi genitori l’opportunità di incontrarsi e di cominciare a condividere la comune esperienza di separazione e ricongiungimento.  In particolare, si è pensato di utilizzare un setting di gruppo, in taluni casi integrato da incontri individuali, orientato a facilitare nei partecipanti l’acquisizione di una nuova chiave di lettura del processo da cui si sentono travolti.





lunedì 21 settembre 2015



CONFERENZA SULLA MEDIAZIONE A UDINE 






Per tutti i professionisti che ci hanno espresso interesse per la Mediazione, abbiamo pensato uno spazio  a voi dedicato in cui potete incontrarci.

Vi parleremo dell'importanza della Mediazione Familiare e vi mostreremo i contributi reali della Mediazione Civile e Commerciale. 

La mia esperienza  nel settore educativo e pedagogico, all'interno dei servizi alla persona, mi hanno condotto attraverso il counseling, alla mediazione familiare, poiché sempre più convinta che le politiche non se ne interessino nel modo adeguato, poiché  la modalità di intervento settaria e parcellizzata non si adegua alla dimensione sistemica e globale della famiglia. 
L'associazione Me.T.A. realizza azioni e progetti , che si esprimono attraverso le attività di Formazione della Corsistica 3M e con i SERVIZI MULTIDISCIPLINARI degli Sportelli d'ascolto, che sta realizzando in varie Regioni italiane.

Saremo lieti di parlarvene  e conoscervi personalmente 


UDINE-  2 OTTOBRE 2015 ORE 20:30 
PRESSO LA BIOTECA 

A presto