Ciò che oggi mi spinge a scrivere dell'importante legame tra mediazione familiare e bigenitorialita' scaturisce da un'esperienza di abbandono di un coniuge del percorso di mediazione, attraversata all'interno di una "presa in carico " di una coppia. Abbandono sentito in fondo per una importante fase iniziale dell'alleanza, in cui le informazioni su ciò che sono gli obiettivi si incrociano con l'intenzionalità ma anche la fatica di volere prendere sulle proprie mani ciò che rimane della coppia genitoriale.
Il ruolo della mediazione familiare è in particolare quella di mettere le parti in
grado di sperimentare individualmente la ricerca delle soluzioni possibili al
loro problema, ripristinando la capacità di comunicare mediante l’ identificazione
e la rimozione dei blocchi alla comunicazione, attraverso l'uso fondamentale e fecondo del conflitto latente. Il principio cardine della mediazione familiare è costituito
da 2 componenti essenziali:
1)
ogni individuo è responsabile
di fronte ad ogni decisione della propria vita,
2)
possibilità dello stesso di sviluppare ogni risorsa personale di fronte
ad una situazione di crisi.
A tal fine è importante che le abilità del mediatore siano rivolte a due modalità fondamentali nell'ascolto
L’accoglienza
Secondo il modello Rogersiano, l’ accoglienza è la
disponibilità a comprendere il cliente attraverso un ascolto attivo e una
comunicazione empatica.
La neutralità
Cioè disponibilità ad accogliere entrambi senza
preferenze, quindi capacità di trasmettere un atteggiamento di parità tale da
non far sentire l’uno meno accolto dell’altro, ricordando sempre che esiste un
terzo soggetto oltre lui e lei, cioè la coppia, che va salvaguardata, nel caso
di separazione, attraverso la “genitorialità condivisa”
La
direttività
Cioè capacità del mediatore di gestire la
situazione dimostrando alla coppia di essere un buon contenitore per entrambi,
ad esempio interrompendo la lite e difendendo così ciascuno dalla ferita che
gli viene inferta dall’altro esprimendo in tal modo la propria capacità nel farli
sentire accolti.
- Cambiare la cultura
della separazione è il compito più importante della mediazione familiare. In particolare guarda alla legge dell'affido condiviso
La nuova disciplina sull’affido condiviso
introdotta dalla legge n 8 febbraio 2006
n.54, in caso di separazione, prevede in via prioritaria l’obbligo di
affidare i figli ad entrambi i genitori. Tale legge ha evidenziato la necessità
di promuovere un cambiamento della cultura della separazione dando particolare
visibilità alla mediazione familiare che prevede l’intervento di una terza
persona neutrale in grado di ristabilire una comunicazione interrotta e
consentire, in tal modo, alla coppia di arrivare all’accordo finale di
separazione.
Sempre secondo la legge il giudice ha facoltà di
rinviare il provvedimento di affido consentendo in tal modo ai coniugi di avvalersi
di esperti in grado di condurli, attraverso la mediazione, ad un accordo finale.
-
La bigenitorialità.
La bigenitorialità, che si concretizza nella
presenza e partecipazione attiva di entrambi i genitori alla cura, alla
crescita e all’educazione dei figli fin dalla nascita, è di per sé un dato
positivo ma si rileva ancor più significativo nel momento della crisi di coppia
perché garantisce ai figli la presenza di entrambi genitori.
Ciò comporta il riconoscimento da parte di ciascun
genitore della genitorialità dell’altro come valore permanente che non si
limita al periodo felice della vita di coppia ma rimane anche dopo la
separazione o il divorzio.
La legge del 2006 infatti individua il diritto dei
figli a frequentare, ad esempio, i genitori o a frequentare i nonni,
introducendo così una regolazione giuridica all’interno del diritto di
famiglia, che non solo tiene conto dell’interesse del minore, ma ne da la linea
guida per la regolazione giuridica stessa.
L’etica della
responsabilità di educare: un decalogo per genitori
Cosa dovrebbe avere il
bambino dall’ambiente familiare?
·
la conoscenza di se
·
la fiducia in se stesso
·
la stima di se
I genitori separati
hanno la responsabilità di:
- impegno a sentirsi
genitori per tutta la vita
- mantenere contatti
sereni e frequenti rapporti con il genitore più lontano
- aiutare i ragazzi ad
adattarsi alle situazioni familiari successive
- informarli con
franchezza ed onestà senza escluderli dalle decisioni che li riguardano
- mostrarsi genitori
affidabili nonostante la rottura di coppia
- avere cura dei
sentimenti che i ragazzi provano durante e dopo la separazione tenendo conto
della loro età
- adoperarsi
reciprocamente per non demolire l’immagine dell’altro genitore e non
coinvolgere i bambini nelle controversie di coppia evitando soprattutto di
stabilire alleanze che ingenerino conflitti di fedeltà
-assumere le
responsabilità educative secondo una prospettiva di educazione condivisa che
abbia a cuore prioritariamente la difesa del vero interesse dei figli.
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