venerdì 4 ottobre 2013

MEDIAZIONE FAMILIARE E BIGENITORIALITA'

Ciò che oggi mi spinge  a scrivere dell'importante legame tra mediazione familiare e bigenitorialita' scaturisce da un'esperienza di abbandono  di un coniuge del percorso di mediazione, attraversata all'interno di una "presa in carico " di una coppia. Abbandono sentito in fondo per una importante fase iniziale dell'alleanza, in cui le informazioni su ciò che sono gli obiettivi si incrociano con l'intenzionalità ma anche la fatica di volere prendere sulle proprie mani ciò che rimane della coppia genitoriale. 
Il ruolo della mediazione familiare è in particolare quella di mettere le parti in grado di sperimentare individualmente la ricerca delle soluzioni possibili al loro problema, ripristinando la capacità di comunicare mediante l’ identificazione e la rimozione dei blocchi alla comunicazione, attraverso l'uso fondamentale e fecondo del conflitto latente.  Il principio cardine della mediazione familiare è costituito da 2 componenti essenziali:
1)   ogni individuo è responsabile  di fronte ad ogni decisione della propria vita,
2)   possibilità dello stesso di sviluppare ogni risorsa personale di fronte ad una situazione di crisi.

A tal fine è importante che le abilità del mediatore siano rivolte a due modalità fondamentali nell'ascolto 

L’accoglienza
Secondo il modello Rogersiano, l’ accoglienza è la disponibilità a comprendere il cliente attraverso un ascolto attivo e una comunicazione empatica.

La neutralità
Cioè disponibilità ad accogliere entrambi senza preferenze, quindi capacità di trasmettere un atteggiamento di parità tale da non far sentire l’uno meno accolto dell’altro, ricordando sempre che esiste un terzo soggetto oltre lui e lei, cioè la coppia, che va salvaguardata, nel caso di separazione,  attraverso la   “genitorialità condivisa”

La direttività
Cioè capacità del mediatore di gestire la situazione dimostrando alla coppia di essere un buon contenitore per entrambi, ad esempio interrompendo la lite e difendendo così ciascuno dalla ferita che gli viene inferta dall’altro esprimendo in tal modo la propria capacità nel farli sentire accolti.

-     Cambiare la cultura della separazione è il compito più importante della mediazione familiare. In particolare guarda alla legge dell'affido condiviso 

La nuova disciplina sull’affido condiviso introdotta dalla legge n 8 febbraio 2006 n.54, in caso di separazione, prevede in via prioritaria l’obbligo di affidare i figli ad entrambi i genitori. Tale legge ha evidenziato la necessità di promuovere un cambiamento della cultura della separazione dando particolare visibilità alla mediazione familiare che prevede l’intervento di una terza persona neutrale in grado di ristabilire una comunicazione interrotta e consentire, in tal modo, alla coppia di arrivare all’accordo finale di separazione.
Sempre secondo la legge il giudice ha facoltà di rinviare il provvedimento di affido consentendo in tal modo ai coniugi di avvalersi di esperti in grado di condurli, attraverso la mediazione, ad un accordo finale.

-       La bigenitorialità.

La bigenitorialità, che si concretizza nella presenza e partecipazione attiva di entrambi i genitori alla cura, alla crescita e all’educazione dei figli fin dalla nascita, è di per sé un dato positivo ma si rileva ancor più significativo nel momento della crisi di coppia perché garantisce ai figli la presenza di entrambi genitori.

Ciò comporta il riconoscimento da parte di ciascun genitore della genitorialità dell’altro come valore permanente che non si limita al periodo felice della vita di coppia ma rimane anche dopo la separazione o il divorzio.

La legge del 2006 infatti individua il diritto dei figli a frequentare, ad esempio, i genitori o a frequentare i nonni, introducendo così una regolazione giuridica all’interno del diritto di famiglia, che non solo tiene conto dell’interesse del minore, ma ne da la linea guida per la regolazione giuridica stessa.

L’etica della responsabilità di educare: un decalogo per genitori


Cosa dovrebbe avere il bambino dall’ambiente familiare?
·      la conoscenza di se
·      la fiducia in se stesso
·      la stima di se

I genitori separati hanno la responsabilità di:
- impegno a sentirsi genitori per tutta la vita
- mantenere contatti sereni e frequenti rapporti con il genitore più lontano
- aiutare i ragazzi ad adattarsi alle situazioni familiari successive
- informarli con franchezza ed onestà senza escluderli dalle decisioni che li riguardano
- mostrarsi genitori affidabili nonostante la rottura di coppia
- avere cura dei sentimenti che i ragazzi provano durante e dopo la separazione tenendo conto della loro età
- adoperarsi reciprocamente per non demolire l’immagine dell’altro genitore e non coinvolgere i bambini nelle controversie di coppia evitando soprattutto di stabilire alleanze che ingenerino conflitti di fedeltà
-assumere le responsabilità educative secondo una prospettiva di educazione condivisa che abbia a cuore prioritariamente la difesa del vero interesse dei figli.

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